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martedì 21 dicembre 2010

Buon Natale Bambini!!!


La Consulta delle Pari Opportunità del Comune di Cingoli consegna il materiale didattico e ludico alla scuola dell’Infanzia.
Il 20 dicembre mattina la Presidente, Margherita Gubinelli, e altre componenti della neonata Consulta delle Pari Opportunità di Cingoli hanno consegnato il materiale didattico e ludico alle classi della scuola dell’infanzia dell’Istituto comprensivo Mestica del comune, alla presenza della dirigente scolastica, dei rappresentanti di classe e di un amministratore comunale. Il materiale, opportunamente indicato dalle maestre stesse, è stato acquistato grazie alla vendita di beneficenza di torte salate organizzata dalla Consulta in occasione della Fiera dei Morti del 2 novembre u.s.. Con questa iniziativa la Consulta evidenzia la volontà di partecipare attivamente e consapevolmente alla vita sociale della Comunità.


 Siamo molto soddisfatte di poter contribuire con il nostro lavoro al buon andamento delle attività scolastiche, in questo periodo di tagli generalizzati” ha sottolineato la Presidente Gubinelli “e ringraziamo per l’adesione sincera e partecipata a questa iniziativa tutti i genitori per aver acquistato le torte e le maestre della scuola dell’Infanzia per aver collaborato al confezionamento con fiocchi e lavoretti fatti dai bambini. Un grazie anche all’Amministrazione per aver permesso lo stand con la concessione della casetta di legno e per aver rilasciato l’autorizzazione”. Considerata la buona riuscita dell’iniziativa si auspica di poterla replicare anche il prossimo anno per una buona causa.

                                                                                                                                                                            Margherita Gubinelli

lunedì 29 novembre 2010

Giornata internazionale contro la violenza – Cingoli 28 Novembre 2010

Sono Intervenuti:
Senatore Filippo Saltamartini: Sindaco del Comune di Cingoli -Moderatore
Francesco Comi: Consigliere Regionale
Elisabetta Foschi: Consigliere Regionale
Simona Cardinaletti: Responsabile contro accoglienza Casa Rifugio Zefiro
Margherita Gubinelli: Presidente Consulta Pari Opportunità Cingoli


La violenza alle donne non è ancora vissuta con sufficiente consapevolezza, anche per effetto del modo di trasmettere l'informazione da parte dei media. L'ONU ha scelto la data del 25 novembre per ricordare la giornata internazionale della violenza, rendendo noto che la violenza sulle donne è la prima causa di morte delle donne tra i 14 ed i 44 anni.
In Italia il 31,95% delle donne hanno subìto violenza dai partner, mentre nelle Marche il dato si attesta al 34,4%, allarmante per la parte di emersione del fenomeno, in quanto rappresenta solo una parte dello stesso, spesso neppure denunciato dalle  vittime. La donna viene ancora qualificata come soggetto subordinato, e ciò è particolarmente drammatico se si pensa che ciò avviene in Paesi socialmente evoluti.
L'evento della violenza alle donne si correla al fenomeno dello stalking ed alla codificazione, all’art. 612 bis c.p.p., del medesimo reato a partire dal 2009.
Nelle Marche esiste una legge regionale contro la violenza l.32/2008, per la parte relativa alla prevenzione e reinserimento delle donne “violate”, oltre ad una serie di centri antiviolenza (5)attivati con il progetto DIM (donne in movimento).

Il Convegno è stato inframezzato da alcune poesie della Zsymborsksa, poetessa polacca che ha ricevuto il nobel nel 1996.
Le poesie sono state declamate da Giulia Nocioni e Roberta Vittori, accompagnate alla chitarra da Daniele Nalli, sotto la supervisione del Prof. Enrico Borsini.

Il Sindaco, e moderatore delle sessioni, Sen. Filippo Saltamartini ha sottolineato che la Commissione Pari Opportunità di Cingoli è stata costituita su istanza di Giuseppina Salomoni, con il compito di affrontare diversi temi tra cui la partecipazione politica del genere femminile. Il tema della violenza è infatti solo un aspetto della complessità relativa alla diversità di genere, che va contestualizzata al territorio di riferimento: la Regione Marche svolge la funzione di supporto sociale alla violenza, ponendo l’accento e l’attenzione dell’Opinione Pubblica sui fattori che originano ogni forma di violenza.



Elisabetta Foschi ringrazia la Commissione per l’iniziativa ed il pubblico per la partecipazione attenta agli interventi normativi e sociali. Sottolinea come la questione “della violenza”, latu sensu, sia ormai nota, benché poco denunciata, ragione per cui la sensibilizzazione dell'opinione pubblica risulta fondamentale nell’opera di contrasto e contenimento dell’emergenza. Il reato di stalking, tradotto nell’atto di compiere atti persecutori alla persona fino al punto di spingerla a cambiare le abitudini di vita, è il punto di approdo di due diverse strategie governative, intraprese dal 2009 dal Dipartimento per le Pari Opportunità:
1 - con la legge 30/09 è stato modificato il codice penale, art. 612 bis c.p.p. introduzione del reato di stalking nel sistema codicistico penale italiano, con la possibilità alle donne perseguitate di rivolgersi al Questore degli atti di cui si è destinatari, e che non danno serenità alla persona il questore procede con  un  ammonimento allo stolker. In caso di mancata cessazione scattano i provvedimenti.
2- attraverso la prevenzione ed il reinserimento delle vittime
Il piano nazionale di emanazione governativa integrato a diversi livelli (istruzione, forze armate etc) e a diversa stratigrafia sul territorio (stato, regioni, provincie e comuni) si concentra su queste priorità:
  1. sensibilizzare/ informare;
  2. implementare e sostenere i centri antiviolenza e crearne dove mancano;formare gli operatori;
  3. procedere nella raccolta di dati a livello nazionale, declinandola poi sulle varie realtà (regioni e provincie);
  4. reinserimento delle vittime
Il Sindaco sottolinea come la carta dei diritti fondamentali dell'UE in vigore dal 1 gennaio 2009 abbia puntualizzato come la dignità dell'uomo sia un diritto inviolabile, appellabile, in ultima istanza  presso la Corte Europea dei Diritti dell'uomo di Strasburgo, mentre il Questore Oddo, presente all’iniziativa, sul punto evidenzia come esistano a Macerata diverse denunce per stalking (circa 30), contrapposte all’esperienza pregressa a Ragusa, dove le denunce erano molto poche, sintomo della diffidenza verso le autorità di polizia ed al silenzio che ancora avvolge il fenomeno in alcune parti del nostro Paese. 
Francesco Comi sottolinea il lento processo di sensibilizzazione del legislatore sulla questione, infatti puntualizza che fino al 1996 la violenza sulle donne era considerata un atto contro la morale ed il buon costume. Solo nel 1996 essa diventa lesione alla libertà dell'individuo, fino ad approdare nel 2009, alla codificazione dello stalking, strumento con il quale si cerca di contenere anche i comportamenti prodromici alla violenza.
Il fenomeno quindi è serio, in grande evoluzione e attraversa trasversalmente tutti i Paesi e tutti i ceti sociali, ma risulta ancora in fase di emersione. Il 96% delle donne che subiscono violenza dal proprio partner, o comunque da altro soggetto con cui instaurano un rapporto di sudditanza, non percepisce l'atto come reato e quindi non lo denuncia. Il compito del legislatore regionale pertanto si attesta sulla posizione di favorire l'inclusione e di sostenere un progetto educativo per una cultura dell'integrazione, dell'uguaglianza e del rispetto reciproco. Gli obiettivi della legge regionale sono pertanto:
a) far emergere il fenomeno con campagne di sensibilizzazione, abbattendo il muro di silenzio che nasconde ed alimenta il fenomeno;
b) individuare politiche concrete funzionali e concrete per supportare le donne che hanno subìto violenza (centri antiviolenza e case di accoglienza).
Oggi esiste un centro antiviolenza in ciascuna provincia che offe gratuitamente servizi legali (gratuito patrocinio ) e psicologici alle donne.
Simona Cardinaletti, responsabile della casa rifugio Zefiro, in funzione da 10 anni e gestita da una cooperativa sociale con i contributi della Provincia e con le rette pagate dai Comuni, fino ad oggi ha ospitato 62 donne e 59 bambini provenienti da tutta Italia. Gli ospiti sono inviati dai servizi sociali e presentano un pregresso di violenza che oscilla da un minimo di 5 ad un massimo di 20 anni. Di norma, dopo 6 mesi o al massimo 1 anno riescono a tornare ad una vita normale, capaci di gestirsi e di non ricadere nella violenza, perché in questa struttura si insegna loro a riconoscere la violenza, con particolare riguardo ai comportamenti preparatori all’atto violento, tra cui la limitazione della libertà, sotto ogni aspetto.
Il quadro delineato evidenzia che nel 90% sono violenze domestiche e fisiche, in genere provenienti da situazioni economiche svantaggiate, ma il fenomeno si presenta, forse con maggiore complessità, anche nel ceto medio alto.

lunedì 22 novembre 2010

Comunicato Stampa all'iniziativa del 28/11/2010

Domenica 28 novembre, alle ore 17,00, si svolgerà a Cingoli, presso la Sala “G.Verdi” del Municipio, la Conferenza dal titolo “ Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne”, promossa dalla Consulta delle Pari Opportunità di Cingoli con il patrocinio dell’Amministrazione Comunale.
La Consulta si inserisce con questa iniziativa nella serie di celebrazioni e campagne di sensibilizzazione e approfondimenti sul tema tenuti in occasione del 25 novembre, data scelta dall’ONU quale ricorrenza a livello mondiale contro la violenza sulle donne.
Alla Conferenza, dopo l’introduzione della Presidente della Consulta Margherita Gubinelli, parteciperà l’Assessore Regionale alle Pari Opportunità Serenella Moroder con il suo saluto, a cui seguiranno gli interventi del Consigliere Regionale Elisabetta Foschi sul tema “Piano Nazionale contro la violenza sulle donne e lo stalking”, del Consigliere Regionale Francesco Comi sulla “Legge Regionale del 11/11/2008 n. 32 - Interventi contro la violenza sulle donne” e della responsabile della Casa-rifugio Zefiro Cardinaletti Simona.
Moderatore dell’incontro sarà il Senatore Filippo Saltamartini, Sindaco di Cingoli.
La Consulta intende, con questa proposta, sottolineare la gravità del problema , visto che della violazione dei diritti delle donne è importante in prima istanza “parlarne”, con la convinzione che la comunicazione e la sensibilizzazione sul problema siano strumenti essenziali per la lotta alla violenza.
In effetti il cambiamento culturale rimane la strada privilegiata, seppur difficile, da perseguire per sradicare il male oscuro della violenza contro le donne, un male che vuole restare privato e taciuto.
Ma per uscire dal silenzio è necessaria l’attivazione di quella “rete” territoriale di tutti i soggetti/attori istituzionali e del Privato Sociale, quali portatori di interesse al problema stesso.
Da qui l’importanza di mettere in luce gli interventi legislativi e le forze attuate per contrastare il fenomeno nonchè dare voce a chi da tempo è a contatto diretto con il problema, tra cui i antiviolenza. Prendere consapevolezza della vastità della questione in tale ricorrenza, anniversario della violenza mortale alle sorelle Mirabal, trucidate nel 1960 dai soldati del dittatore Trujillo per il loro impegno politico, significa ripetere ancora una volta un deciso “no” alla violenza.


Giornata nazionale contro la violenza - 28 novembre 2010

mercoledì 27 ottobre 2010

Evento del 2 novembre 2010 - Fiera dei Morti a Cingoli

Comunicato Stampa
In occasione del 2 novembre p.v., giorno della Fiera dei morti, si dà comunicazione che anche le Commissarie di Parità del neo costituito organo consultivo del Comune, saranno presenti, nello spiazzo fuori Porta Pia, con uno stand di vendita di Torte Salate.
Per l’occasione la Scuola dell’Infanzia di Cingoli ha partecipato alla realizzazione dell’iniziativa attraverso la preparazione di fiocchi per il confezionamento delle torte stesse e la Consulta  intende devolvere alla stessa scuola dell’Infanzia parte del ricavato.
L’azione intrapresa vuole evidenziare la partecipazione attiva alla vita sociale della Comunità, attraverso la cosa più naturale di ognuna di noi: preparare da mangiare e destinare il ricavato all’acquisto di materiale didattico e ludico per i bambini, espressione immediata del nostro futuro.
Confidiamo nell’adesione sincera e partecipata a questa iniziativa, sperando che essa sia solo la prima di una lunga serie.
Cingoli, 26.10.2010                                                                  Il Presidente
                                                                                                 Margherita Gubinelli

martedì 12 ottobre 2010

Rassegna Stampa del 12/10/2010

Una città contro la violenza
Settimana nelle scuole promossa dalla Commissione pari opportunità

Cingoli E' partito ieri (e durerà fino a domenica prossima 17 ottobre) nelle scuole cingolane il progetto la “Seconda settimana contro la violenza”, una settimana in cui si attiveranno laboratori per gli alunni con incontri di informazione e sensibilizzazione per i genitori, incontri formativi con gli insegnanti volti a fermare la violenza fondata su ogni forma di discriminazione. Il progetto, l'unico delle Marche, a cui ha aderito il Comune di Cingoli, grazie al lavoro della Consulta per le Pari Opportunita, interesserà l'Istituto comprensivo “E. Mestica”, il liceo linguistico e socio-psico-pedagogico “G. Leopardi” e l'Ipssart “G. Varnelli” e si inserisce in un programma nazionale patrocinato dal ministero delle Pari Opportunità. E questo grazie all'impegno del ministro Mara Carfagna assunto l'estate scorsa in occasione della sua visita a Cingoli per la serata di politica in piazza. In tutta Italia sono ben 100 le scuole che prenderanno parte a questa iniziativa e nel territorio marchigiano solo Cingoli ha aderito al programma. Alla presentazione del progetto ministeriale il sindaco Filippo Saltamartini ha evidenziato l'importanza e il significato di questa adesione. “Il progetto è particolarmente rilevante soprattutto in riferimento ai recenti fatti di cronaca – ha dichiarato il primo cittadino – considerando che le scuole sono i primi recettori dei problemi delle giovani generazioni, anche in relazione alla trasformazione della tradizionale ai modelli sociali di riferimento “. “Diffondere la cultura del rispetto tra giovani generazioni, prevenire i fenomeni di violenza a partire dalle scuole, sono gli obbiettivi da raggiungere – ha sottolineato il presidente della Consulta delle Pari Opportunità di Cingoli, la dottoressa Margherita Gubinelli -.
Con questa iniziativa si vuol creare un momento di riflessione sui temi delle differenze, dell'accoglienza e della legalità con il coinvolgimento di studenti, genitori e docenti”. Per realizzarlo, a Cingoli, interverrà il Telefono Azzurro che presterà la propria qualificata consulenza nel corso della manifestazione, proponendo diverse iniziative. Il progetto coinvolge anche associazioni a livello nazionale per dare il massimo supporto negli incontri programmati con i docenti, studenti e genitori. Un supporto che prevede informazione e formazione calibrate e declinate tenendo conto del target di riferimento (dall'età degli studenti al tipo di scuola, al contesto). I laboratori degli alunni saranno incentrati su quattro temi a scelta: il fenomeno del bullismo, prevenzione dell'abuso e del maltrattamento dell'infanzia, sicurezza ed uso consapevole di Internet, multiculturalità. Oltre al sindaco Filippo Saltamartini e ad una folta rappresentanza della Consulta (nominata lo scorso giugno e composta da 20 donne) erano presenti i dirigenti scolastici, nonché docenti delle scuole interessate, quali Cristina Leoni (vice preside dell'Istituto alberghiero), Giuseppina Turchi e Norma Bitti (Liceo Linguistico e Pedagogico) e Rosalia Donati (Istituto Comprensivo “Mestica”).
leonardo massaccesi

volantino "2°settimana contro la violenza" -Cingoli

il blog del Ministro delle Pari opportunità

http://www.maracarfagna.net/

Al via a Cingoli la settimana contro la violenza

Al via a Cingoli
la settimana contro la violenza
lunedì 11 ottobre 2010 - Ore 11:54 // 32 letture //

E’ partita oggi nelle scuole cingolane il progetto ” II settimana contro la violenza”, una settimana in cui si attiveranno laboratori per gli alunni, incontri di informazione e sensibilizzazioneper i genitori, incontri formativi con gli insegnanti volti a contrastare la violenza in ogni suadeclinazione.Il progetto, grazie al lavoro della Consulta per le pari Opportunità e alla partecipazionedell’Istituto Comprensivo “E. Mestica”, del Liceo Linguistico e Socio-Psico-Pedagogico “G.Leopardi” e dell’Istituto I.P.S.S.A.R.T. “G. Varnelli” si inserisce in un programma nazionalepatrocinato dal ministero delle Pari opportunità .Sono infatti ben più di cento le scuole che prenderanno parte a questa iniziativa in tuttaI talia, ma nel territorio marchigiano solo Cingoli ha aderito al programma.
Il sindaco Saltamartini dichiara in merito: “questo progetto è particolarmente rilevante soprattutto in riferimento ai recentifatti di cronaca considerando che le scuole sono i primi recettori dei problemi delle giovanigenerazioni, anche in relazione alla trasformazione della tradizionale modelli sociali diriferimento”.Diffondere la cultura del rispetto tra giovani generazioni prevenire i fenomeni di violenza apartire a dalle scuole è questo l’ obiettivo da raggiungere.Per realizzarlo, a Cingoli interverrà il Telefono Azzurro, che presterà la propria consulenzanel corso della manifestazione, proponendo diverse iniziative.

I laboratori per gli alunni saranno incentrati su quattro temi a scelta : il fenomeno del Bullismo, Prevenzione dell’abuso e del maltrattamento all’infanzia, Sicurezza ed uso consapevoledi Internet, Multiculturalità. Sugli stessi temi i volontari interagiranno con i genitori e gli insegnanti. Il primo incontro èfissato per giovedi’ 14 alle ore 17 presso il Palazzo Municipale. Gli interventi nelle scuole prevedranno anche moduli organizzativi di incontri teorico-praticicon le varie componenti scolastiche, laboratori formativi, esercitazioni pratiche, dibattiti, iniziativedi sensibilizzazione, informazione e formazione calibrate e declinate tenendo conto del target diriferimento (età degli studenti, tipo di scuola, contesto). Il presidente della Consulta delle Pari Opportunità, dott.ssa Margherita Gubinelli, sottolinea:“Cingoli è l’unico comune delle Marche ad avere aderito al progetto della 2^ settimana nazionalecontro la violenza, l’obiettivo che si intende perseguire con una siffatta iniziativa è quello di creareun momento di riflessione sui temi delle differenze, dell’accoglienza e della legalità che coinvolgastudenti, genitori e docenti”.

Parità tra uomini e donne, Italia 74sima nella classifica Wef

Parità tra uomini e donne, Italia 74sima nella classifica Wef

Ultima nella Ue ed è dietro a Vietnam, Ghana, Malawi

Roma, 12 ott. (Apcom) - L'Italia continua a perdere posizioni nella classifica delle pari opportunità tra uomini e donne ("Gender gap"), realizzata dal World Economic Forum nel suo rapporto 2010, pubblicato oggi. Nella graduatoria di quest'anno l'Italia, che si trova al 74mo posto (su 134 Paesi analizzati), due in meno rispetto al 2009, è il fanalino di coda dell'Unione Europea, seguita, tra i Paesi avanzati, solo dal Giappone ma preceduta da Repubblica Domenicana, Vietnam, Ghana, Malawi, Romania e Tanzania, solo per citarne alcuni. Le prime quattro posizioni sono tutte appannaggio dei Paesi nordici, Islanda, Norvegia, Finlandia e Svezia nell'ordine, nazioni che continuano a lavorare per eliminare "le disparità di genere", afferma Klaus Schwab, fondatore e presidente del World Economic Forum. In fondo alla classifica ci sono Mali, Pakistan, Ciad e Yemen. "Le differenze tra i sessi", spiega Schwab "sono direttamente correlate con l'alta competitività economica: donne e ragazze vengono trattate in modo equo se un Paese è in crescita e prospero. Ma abbiamo ancora bisogno di una vera rivoluzione per le pari opportunità, non soltanto mettendo insieme un largo gruppo di talenti sia in termini numerici che qualitativi, ma anche creando una maggiore sensibilità rispetto al problema nell'ambito delle nostre istituzioni", sottolinea il presidente del Wef, che organizza anche il forum di Davos. L'Italia naviga nelle parti basse della classifica a causa dello scarso indice di "partecipazione e opportunità nell'economia" (97mo posto), che emerge dalle differenze salariali (121mo posto) e dalla partecipazione alla forza lavoro (87mo) tra uomini e donne. Anche rispetto alla "salute e all'aspettative di vita" l'Italia perde terreno: in un anno è scesa dall'88mo al 95mo posto a causa dell'aumento della disuguaglianza a danno delle donne. (www.weforum.org/gendergap) .

mercoledì 6 ottobre 2010

CRONACA NAZIONALE


MODENA
Lei difende la figlia: "No nozze imposte"
Donna uccisa dal marito a sassate
Un nuovo 'caso Hina': tragedia in una famiglia pachistana per un rifiuto a delle nozze combinate. Padre e figlio hanno punito a sprangate la moglie e la figlia
di LUIGI SPEZIA
MODENA - Uccide la moglie e riduce in fin di vita Nosheen, la figlia di vent'anni, che non ne voleva sapere di frequentare un ragazzo della sua nazionalità e magari di sposarlo, con un classico matrimonio combinato. Una violenta lite in una famiglia pakistana a Novi di Modena, uno scontro tra il desiderio di libertà di una ragazza, studentessa in un istituto tecnico, e la tradizione chiusa e intollerante verso ogni atteggiamento di "modernità". Quasi la fotocopia del caso di Hina, la ragazza del Pakistan che viveva a Sarezzo di Brescia, uccisa dal padre nell'agosto di quattro anni fa con l'appoggio di tutta la famiglia, compresa la madre, perché aveva un fidanzato italiano. Questa volta a morire non è stata la figlia, anche lei, come Hina Saleem, colpevole di voler scegliere il proprio destino e vivere all'occidentale, ma la madre, Begm Shnez, di 46 anni, che aveva osato prendere le sue difese, vista quindi come una traditrice da Ahmad Khan Butt, operaio di 53 anni, fermato dai carabinieri della compagnia di Carpi insieme al figlio maggiore, Humair, 19 anni. Il ragazzo ha partecipato all'eccidio familiare.

Per una parte dei pakistani è una questione di onore ("izzat") il modo di vestire e il comportamento della figlia in vista del matrimonio combinato. Ma Nosheen, ormai ventenne, si era ribellata a questa imposizione, a differenza di tante altre ragazze immigrate. Il litigio mortale è scoppiato nell'orto dell'edificio dove vive la famiglia, nel centro di Novi, al confine con il Mantovano, in una via tutta di palazzine ottocentesche ben tenute, abitate da pakistani e cinesi. Urla furibonde sono state sentite da parecchi vicini di casa, da un bar vicino si sono anche avvicinati, ma i pakistani hanno spiegato che era un fatto privato.

Nosheen, che abita con alcune amiche a Carpi dove studia, sembra sia stata chiamata dal padre nella casa, dove c'erano altri due figli minorenni. Lei di nuovo si è opposta alle richieste del genitore. Tempo fa la madre aveva già avvisato i carabinieri dei contrasti in casa e delle violenze del marito, ma non aveva presentato denuncia. Quella di ieri è sembrata una resa dei conti: il fratello ha ferito con una spranga la sorella, e la madre che ha cercato di difenderla è stata colpita a colpi di mattone. Portati in caserma, padre e figlio hanno fatto scena muta. "Conflitti che possono sfociare in aperta violenza sono destinati ad aumentare con l'aumento della scolarizzazione dei giovani pakistani che vivono in Italia e acquisiscono nuove abitudini - dice amaramente Ahmad Ejaz, direttore a Roma della rivista in lingua urdu "Azad" (Libertà) -. Non c'entra l'Islam, questi comportamenti dei capifamiglia affondano le radici nel sistema delle caste chiuse indiane, in un mondo rurale in cui far sposare la figlia al primo cugino significa preservare la proprietà delle terre". 

La tragedia che ha coinvolto una famiglia pakistana, nella quale ha perso la vita la madre di una giovane donna - presa a sua volta sprangate dal fratello - che si opponeva a un matrimonio combinato è, purtroppo, un classico delitto "culturale". Un delitto che farà dire a molti che vi è una totale incompatibilità tra cultura occidentale e quella di alcuni gruppi etnici e religiosi. In realtà il tragico episodio di Novi di Modena rivela, come già in altri drammatici casi, le trasformazioni in corso nelle enclave etniche in Europa, Italia compresa, alle prese con una forte soggettività femminile. Il rifiuto della giovane, ennesimo episodio di rivolta delle figlie pagato con il sangue, mette in crisi l'usanza pakistana di allargare, attraverso il matrimonio combinato, il sistema di relazioni comunitarie ed economiche che la diaspora del "Paese dei Puri" mette in pratica anche nel Vecchio Continente. Un sistema che le giovani donne, a contatto con la cultura europea, con i gruppi dei pari, con le agenzie di socializzazione come scuola e mezzi di comunicazione di massa, oltre che con la secolarizzazione, tendono a rifiutare. Mettendo a dura prova l'esercizio di un'autorità maschile che, fuori da un contesto in cui non vi è evidenza sociale, riesce difficilmente a mantenere legittimità. É dunque dal comportamento quotidiano di queste donne, quelle che perdono la vita e quelle che faticosamente riescono nel loro intento liberatorio, che viene il mutamento e la salvezza. Spezzare i particolarismi etnoreligiosi quando tendono a limitare la libertà dei singoli nel gruppo, anche quella di fuoriuscire dalla religione o dalla consuetudine, è un compito essenziale di una società democratica. Ma l'antidoto non è la separazione obbligata teorizzata dagli xenofobi locali, che rafforza quella separatezza che, a parole, si vorrebbe veder scomparire, bensì l'interazione tra culture, l'unica capace, al di là della via normativa, di produrre mutamento culturale. Delitti di questo tipo saranno tanto meno frequenti quanto più la società italiana riuscirà a definire una convivenza in cui i diversi gruppi etnici e religiosi presenti nel territorio entreranno in contatto tra di loro. L'alternativa è la chiusura etnica, il riprodursi di culture ostili l'una all'altra. Insomma il peggio, del quale le prime vittime saranno sempre le donne. 
 
(04 ottobre 2010)