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mercoledì 27 ottobre 2010

Evento del 2 novembre 2010 - Fiera dei Morti a Cingoli

Comunicato Stampa
In occasione del 2 novembre p.v., giorno della Fiera dei morti, si dà comunicazione che anche le Commissarie di Parità del neo costituito organo consultivo del Comune, saranno presenti, nello spiazzo fuori Porta Pia, con uno stand di vendita di Torte Salate.
Per l’occasione la Scuola dell’Infanzia di Cingoli ha partecipato alla realizzazione dell’iniziativa attraverso la preparazione di fiocchi per il confezionamento delle torte stesse e la Consulta  intende devolvere alla stessa scuola dell’Infanzia parte del ricavato.
L’azione intrapresa vuole evidenziare la partecipazione attiva alla vita sociale della Comunità, attraverso la cosa più naturale di ognuna di noi: preparare da mangiare e destinare il ricavato all’acquisto di materiale didattico e ludico per i bambini, espressione immediata del nostro futuro.
Confidiamo nell’adesione sincera e partecipata a questa iniziativa, sperando che essa sia solo la prima di una lunga serie.
Cingoli, 26.10.2010                                                                  Il Presidente
                                                                                                 Margherita Gubinelli

martedì 12 ottobre 2010

Rassegna Stampa del 12/10/2010

Una città contro la violenza
Settimana nelle scuole promossa dalla Commissione pari opportunità

Cingoli E' partito ieri (e durerà fino a domenica prossima 17 ottobre) nelle scuole cingolane il progetto la “Seconda settimana contro la violenza”, una settimana in cui si attiveranno laboratori per gli alunni con incontri di informazione e sensibilizzazione per i genitori, incontri formativi con gli insegnanti volti a fermare la violenza fondata su ogni forma di discriminazione. Il progetto, l'unico delle Marche, a cui ha aderito il Comune di Cingoli, grazie al lavoro della Consulta per le Pari Opportunita, interesserà l'Istituto comprensivo “E. Mestica”, il liceo linguistico e socio-psico-pedagogico “G. Leopardi” e l'Ipssart “G. Varnelli” e si inserisce in un programma nazionale patrocinato dal ministero delle Pari Opportunità. E questo grazie all'impegno del ministro Mara Carfagna assunto l'estate scorsa in occasione della sua visita a Cingoli per la serata di politica in piazza. In tutta Italia sono ben 100 le scuole che prenderanno parte a questa iniziativa e nel territorio marchigiano solo Cingoli ha aderito al programma. Alla presentazione del progetto ministeriale il sindaco Filippo Saltamartini ha evidenziato l'importanza e il significato di questa adesione. “Il progetto è particolarmente rilevante soprattutto in riferimento ai recenti fatti di cronaca – ha dichiarato il primo cittadino – considerando che le scuole sono i primi recettori dei problemi delle giovani generazioni, anche in relazione alla trasformazione della tradizionale ai modelli sociali di riferimento “. “Diffondere la cultura del rispetto tra giovani generazioni, prevenire i fenomeni di violenza a partire dalle scuole, sono gli obbiettivi da raggiungere – ha sottolineato il presidente della Consulta delle Pari Opportunità di Cingoli, la dottoressa Margherita Gubinelli -.
Con questa iniziativa si vuol creare un momento di riflessione sui temi delle differenze, dell'accoglienza e della legalità con il coinvolgimento di studenti, genitori e docenti”. Per realizzarlo, a Cingoli, interverrà il Telefono Azzurro che presterà la propria qualificata consulenza nel corso della manifestazione, proponendo diverse iniziative. Il progetto coinvolge anche associazioni a livello nazionale per dare il massimo supporto negli incontri programmati con i docenti, studenti e genitori. Un supporto che prevede informazione e formazione calibrate e declinate tenendo conto del target di riferimento (dall'età degli studenti al tipo di scuola, al contesto). I laboratori degli alunni saranno incentrati su quattro temi a scelta: il fenomeno del bullismo, prevenzione dell'abuso e del maltrattamento dell'infanzia, sicurezza ed uso consapevole di Internet, multiculturalità. Oltre al sindaco Filippo Saltamartini e ad una folta rappresentanza della Consulta (nominata lo scorso giugno e composta da 20 donne) erano presenti i dirigenti scolastici, nonché docenti delle scuole interessate, quali Cristina Leoni (vice preside dell'Istituto alberghiero), Giuseppina Turchi e Norma Bitti (Liceo Linguistico e Pedagogico) e Rosalia Donati (Istituto Comprensivo “Mestica”).
leonardo massaccesi

volantino "2°settimana contro la violenza" -Cingoli

il blog del Ministro delle Pari opportunità

http://www.maracarfagna.net/

Al via a Cingoli la settimana contro la violenza

Al via a Cingoli
la settimana contro la violenza
lunedì 11 ottobre 2010 - Ore 11:54 // 32 letture //

E’ partita oggi nelle scuole cingolane il progetto ” II settimana contro la violenza”, una settimana in cui si attiveranno laboratori per gli alunni, incontri di informazione e sensibilizzazioneper i genitori, incontri formativi con gli insegnanti volti a contrastare la violenza in ogni suadeclinazione.Il progetto, grazie al lavoro della Consulta per le pari Opportunità e alla partecipazionedell’Istituto Comprensivo “E. Mestica”, del Liceo Linguistico e Socio-Psico-Pedagogico “G.Leopardi” e dell’Istituto I.P.S.S.A.R.T. “G. Varnelli” si inserisce in un programma nazionalepatrocinato dal ministero delle Pari opportunità .Sono infatti ben più di cento le scuole che prenderanno parte a questa iniziativa in tuttaI talia, ma nel territorio marchigiano solo Cingoli ha aderito al programma.
Il sindaco Saltamartini dichiara in merito: “questo progetto è particolarmente rilevante soprattutto in riferimento ai recentifatti di cronaca considerando che le scuole sono i primi recettori dei problemi delle giovanigenerazioni, anche in relazione alla trasformazione della tradizionale modelli sociali diriferimento”.Diffondere la cultura del rispetto tra giovani generazioni prevenire i fenomeni di violenza apartire a dalle scuole è questo l’ obiettivo da raggiungere.Per realizzarlo, a Cingoli interverrà il Telefono Azzurro, che presterà la propria consulenzanel corso della manifestazione, proponendo diverse iniziative.

I laboratori per gli alunni saranno incentrati su quattro temi a scelta : il fenomeno del Bullismo, Prevenzione dell’abuso e del maltrattamento all’infanzia, Sicurezza ed uso consapevoledi Internet, Multiculturalità. Sugli stessi temi i volontari interagiranno con i genitori e gli insegnanti. Il primo incontro èfissato per giovedi’ 14 alle ore 17 presso il Palazzo Municipale. Gli interventi nelle scuole prevedranno anche moduli organizzativi di incontri teorico-praticicon le varie componenti scolastiche, laboratori formativi, esercitazioni pratiche, dibattiti, iniziativedi sensibilizzazione, informazione e formazione calibrate e declinate tenendo conto del target diriferimento (età degli studenti, tipo di scuola, contesto). Il presidente della Consulta delle Pari Opportunità, dott.ssa Margherita Gubinelli, sottolinea:“Cingoli è l’unico comune delle Marche ad avere aderito al progetto della 2^ settimana nazionalecontro la violenza, l’obiettivo che si intende perseguire con una siffatta iniziativa è quello di creareun momento di riflessione sui temi delle differenze, dell’accoglienza e della legalità che coinvolgastudenti, genitori e docenti”.

Parità tra uomini e donne, Italia 74sima nella classifica Wef

Parità tra uomini e donne, Italia 74sima nella classifica Wef

Ultima nella Ue ed è dietro a Vietnam, Ghana, Malawi

Roma, 12 ott. (Apcom) - L'Italia continua a perdere posizioni nella classifica delle pari opportunità tra uomini e donne ("Gender gap"), realizzata dal World Economic Forum nel suo rapporto 2010, pubblicato oggi. Nella graduatoria di quest'anno l'Italia, che si trova al 74mo posto (su 134 Paesi analizzati), due in meno rispetto al 2009, è il fanalino di coda dell'Unione Europea, seguita, tra i Paesi avanzati, solo dal Giappone ma preceduta da Repubblica Domenicana, Vietnam, Ghana, Malawi, Romania e Tanzania, solo per citarne alcuni. Le prime quattro posizioni sono tutte appannaggio dei Paesi nordici, Islanda, Norvegia, Finlandia e Svezia nell'ordine, nazioni che continuano a lavorare per eliminare "le disparità di genere", afferma Klaus Schwab, fondatore e presidente del World Economic Forum. In fondo alla classifica ci sono Mali, Pakistan, Ciad e Yemen. "Le differenze tra i sessi", spiega Schwab "sono direttamente correlate con l'alta competitività economica: donne e ragazze vengono trattate in modo equo se un Paese è in crescita e prospero. Ma abbiamo ancora bisogno di una vera rivoluzione per le pari opportunità, non soltanto mettendo insieme un largo gruppo di talenti sia in termini numerici che qualitativi, ma anche creando una maggiore sensibilità rispetto al problema nell'ambito delle nostre istituzioni", sottolinea il presidente del Wef, che organizza anche il forum di Davos. L'Italia naviga nelle parti basse della classifica a causa dello scarso indice di "partecipazione e opportunità nell'economia" (97mo posto), che emerge dalle differenze salariali (121mo posto) e dalla partecipazione alla forza lavoro (87mo) tra uomini e donne. Anche rispetto alla "salute e all'aspettative di vita" l'Italia perde terreno: in un anno è scesa dall'88mo al 95mo posto a causa dell'aumento della disuguaglianza a danno delle donne. (www.weforum.org/gendergap) .

mercoledì 6 ottobre 2010

CRONACA NAZIONALE


MODENA
Lei difende la figlia: "No nozze imposte"
Donna uccisa dal marito a sassate
Un nuovo 'caso Hina': tragedia in una famiglia pachistana per un rifiuto a delle nozze combinate. Padre e figlio hanno punito a sprangate la moglie e la figlia
di LUIGI SPEZIA
MODENA - Uccide la moglie e riduce in fin di vita Nosheen, la figlia di vent'anni, che non ne voleva sapere di frequentare un ragazzo della sua nazionalità e magari di sposarlo, con un classico matrimonio combinato. Una violenta lite in una famiglia pakistana a Novi di Modena, uno scontro tra il desiderio di libertà di una ragazza, studentessa in un istituto tecnico, e la tradizione chiusa e intollerante verso ogni atteggiamento di "modernità". Quasi la fotocopia del caso di Hina, la ragazza del Pakistan che viveva a Sarezzo di Brescia, uccisa dal padre nell'agosto di quattro anni fa con l'appoggio di tutta la famiglia, compresa la madre, perché aveva un fidanzato italiano. Questa volta a morire non è stata la figlia, anche lei, come Hina Saleem, colpevole di voler scegliere il proprio destino e vivere all'occidentale, ma la madre, Begm Shnez, di 46 anni, che aveva osato prendere le sue difese, vista quindi come una traditrice da Ahmad Khan Butt, operaio di 53 anni, fermato dai carabinieri della compagnia di Carpi insieme al figlio maggiore, Humair, 19 anni. Il ragazzo ha partecipato all'eccidio familiare.

Per una parte dei pakistani è una questione di onore ("izzat") il modo di vestire e il comportamento della figlia in vista del matrimonio combinato. Ma Nosheen, ormai ventenne, si era ribellata a questa imposizione, a differenza di tante altre ragazze immigrate. Il litigio mortale è scoppiato nell'orto dell'edificio dove vive la famiglia, nel centro di Novi, al confine con il Mantovano, in una via tutta di palazzine ottocentesche ben tenute, abitate da pakistani e cinesi. Urla furibonde sono state sentite da parecchi vicini di casa, da un bar vicino si sono anche avvicinati, ma i pakistani hanno spiegato che era un fatto privato.

Nosheen, che abita con alcune amiche a Carpi dove studia, sembra sia stata chiamata dal padre nella casa, dove c'erano altri due figli minorenni. Lei di nuovo si è opposta alle richieste del genitore. Tempo fa la madre aveva già avvisato i carabinieri dei contrasti in casa e delle violenze del marito, ma non aveva presentato denuncia. Quella di ieri è sembrata una resa dei conti: il fratello ha ferito con una spranga la sorella, e la madre che ha cercato di difenderla è stata colpita a colpi di mattone. Portati in caserma, padre e figlio hanno fatto scena muta. "Conflitti che possono sfociare in aperta violenza sono destinati ad aumentare con l'aumento della scolarizzazione dei giovani pakistani che vivono in Italia e acquisiscono nuove abitudini - dice amaramente Ahmad Ejaz, direttore a Roma della rivista in lingua urdu "Azad" (Libertà) -. Non c'entra l'Islam, questi comportamenti dei capifamiglia affondano le radici nel sistema delle caste chiuse indiane, in un mondo rurale in cui far sposare la figlia al primo cugino significa preservare la proprietà delle terre". 

La tragedia che ha coinvolto una famiglia pakistana, nella quale ha perso la vita la madre di una giovane donna - presa a sua volta sprangate dal fratello - che si opponeva a un matrimonio combinato è, purtroppo, un classico delitto "culturale". Un delitto che farà dire a molti che vi è una totale incompatibilità tra cultura occidentale e quella di alcuni gruppi etnici e religiosi. In realtà il tragico episodio di Novi di Modena rivela, come già in altri drammatici casi, le trasformazioni in corso nelle enclave etniche in Europa, Italia compresa, alle prese con una forte soggettività femminile. Il rifiuto della giovane, ennesimo episodio di rivolta delle figlie pagato con il sangue, mette in crisi l'usanza pakistana di allargare, attraverso il matrimonio combinato, il sistema di relazioni comunitarie ed economiche che la diaspora del "Paese dei Puri" mette in pratica anche nel Vecchio Continente. Un sistema che le giovani donne, a contatto con la cultura europea, con i gruppi dei pari, con le agenzie di socializzazione come scuola e mezzi di comunicazione di massa, oltre che con la secolarizzazione, tendono a rifiutare. Mettendo a dura prova l'esercizio di un'autorità maschile che, fuori da un contesto in cui non vi è evidenza sociale, riesce difficilmente a mantenere legittimità. É dunque dal comportamento quotidiano di queste donne, quelle che perdono la vita e quelle che faticosamente riescono nel loro intento liberatorio, che viene il mutamento e la salvezza. Spezzare i particolarismi etnoreligiosi quando tendono a limitare la libertà dei singoli nel gruppo, anche quella di fuoriuscire dalla religione o dalla consuetudine, è un compito essenziale di una società democratica. Ma l'antidoto non è la separazione obbligata teorizzata dagli xenofobi locali, che rafforza quella separatezza che, a parole, si vorrebbe veder scomparire, bensì l'interazione tra culture, l'unica capace, al di là della via normativa, di produrre mutamento culturale. Delitti di questo tipo saranno tanto meno frequenti quanto più la società italiana riuscirà a definire una convivenza in cui i diversi gruppi etnici e religiosi presenti nel territorio entreranno in contatto tra di loro. L'alternativa è la chiusura etnica, il riprodursi di culture ostili l'una all'altra. Insomma il peggio, del quale le prime vittime saranno sempre le donne. 
 
(04 ottobre 2010)